giovedì 20 gennaio 2011

Freddo

E questa notte, questa coltre buia che ti cancella dagli occhi, questa notte riuscirai a passarla ? Tossico antico, riuscirai a vedere un’alba più serena ? Un filo di fumo dopo l’altro ad avvelenarti e abbreviarti i giorni, le ore di questa lenta agonia. Un fiato di vino a ottundere il dolore della coscienza dell’esserne la causa. Ottantasei più diciotto, oggi come ti senti sordo vagabondo, cosa fluttua negli occhi oggi, cosa nella mente stremata, nelle mani tremanti. Bevi caffè mezzi vuoti e il resto dal piattino Anima spazzata da un delirio lontano che non concede attimi, respiri, sonno, cosa andrai cercando oggi oltre la porta. Quando il primo filo azzurro varcherà il nero di questa notte solitaria rivestirai il paltò dell’ansia. Spettinato e magro, sempre, ancora, vivo tuo malgrado, incontro al nulla della tua testarda demenza. Stai finendo, scappando, tu scappi da tutta la vita, da tutti, da me. Ti pieghi a piangerti prima di dovere. Ti inseguo da troppo e il mio passo rallenta, tra poco si fermerà del tutto e ti vedrò svanire là in fondo, a girare quell’angolo ignoto che tanto hai cercato. E mi abituerò al nulla che hai lasciato.

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