martedì 21 giugno 2016

21.06.2106

Oggi guardavo due anziani che si tenevano per mano lungo la passeggiata a mare. Belli da impazzire, tutti presi dalla loro chiacchierata fitta fitta. Gli occhi negli occhi, dopo tanti anni ancora. Dopo tanti anni sempre così. Così li ho immaginati oggi mentre li guardavo con una nemmena troppo nascosta invidia. Chissà quante volte si sono parlati in quel modo nella loro vita insieme. E quante volte ancora gli saranno concesse dal tempo. Che importa, loro il tempo non lo sentiranno mai così, così uno dentro l'altra.
Ho pensato che quando, da ragazzo, immaginavo i miei genitori avanti nel tempo, li immaginavo proprio così. Stanchi, con qualche ruga a tagliargli le guance, ben pettinati nei loro capelli bianchi un pò più radi. Polemici e litigiosi ma insieme. Perchè quello era stato stabilito per loro nonostante le differenze impossibili da sopportare per ognuno dei due. Insieme, perchè quello spicchio di vita dove le forze ti mancano ogni giorno di più si affronta assieme. Assieme a sostenersi con un sorriso o una mano sulla spalla. Non sei solo, non sei sola, non siamo soli fino alla fine del mondo. Del nostro mondo, difficile, faticoso e a tratti triste ma il nostro. E nessuna delle nostre differenze ci dividerà in questo viale che è l'ultimo miglio della vita. Questo ho sempre visto per loro, idealmente. Ma nemmeno per idea. Poi la vita ti cambia le carte e non solo quelle in tavola. E ti accorgi un giorno che dopo quarantatrè anni di vita insieme la gente può decidere di separarsi. Così, alzandosi una mattina con il piede sbagliato. E quella visione dei due anziani che si danno la mano e si aiutano e si vivono fino alla fine del mondo svanisce come le stelle nella prima luce dell'alba. E ti accorgi che l'hai pensata solo tu. Loro non l'hanno mai vista così, o forse solo uno dei due. Ma è quello che non ha la forza di opporsi. Quello che sta muto nell'angolo dell'ufficio del giudice di pace, tutto magro e imbronciato come un bambino punito ingiustamente. Mentre dall'altra parte tutta una improvvisa decisione a sostenere tesi elementari e talmente ridicole da pugni al cielo. Si perchè dopo quarantatrè anni "manca il dialogo". Ride pure il giudice di pace, cercando contemporaneamente di darsi un certo contegno.
Oggi guardavo quei due signori anziani e fortunati stringersi le mani. Poi guardavo le mie mani. Sole. Senza le compagne da stringere e tenere. Non compagne qualsiasi. Le tue, perchè solo le tue sono le "mie" mani. Quelle che mi completano la vita, che mi fanno sentire una persona, che mi emozionano, che mi trasmettono le energie per affrontare i miei minuti lontano da te. Sono le tue mani e non altre. Conosco ogni piega delle tue dita e ne ricordo il profumo sul viso. Chiudo gli occhi e posso sentirle sulle spalle e, ridicolmente, mi tranquillizzano senza esserci.
Guardavo i due vecchi parlarsi negli occhi oggi e cercavo i tuoi per fare lo stesso. Ciò che vorrei poter fare come loro, fino alla fine del mondo.

Nessun commento:

Posta un commento